sabato 26 luglio 2014

Letture







Leggere un libro mi lascia sempre qualcosa in più rispetto a prima.
(Anche mangiare in generale mi lascia sempre qualcosa in più, ma si tratta di chili).






Mi piace l'odore della carta e il crunch che fa la copertina ancora da aprire del tutto, mi piace dimenticare chi sono, solo per un pochino, e vivere altre vite.
Se è un buon racconto, mi dimentico perfino di mangiare.
(se è meno buono, si trovano svariegate macchie di svariegati alimenti sulle pagine).
Mi piace scoprire autori nuovi, mi piace affezionarmi a loro e non mollarli più.
Mi piace leggere un paio di libri contemporaneamente, anche se poi mischio i generi e mi chiedo che razza di camurria sia  The China Study, perché nel frattempo stavo finendo un libro di Camilleri.
Mi piace leggere i classici, quelli che da sempre esistono negli scaffali delle biblioteche.
Mi piacciono tanto, se sono stati letti da generazioni  ci sarà un motivo.
E non intendo i best seller, che non per forza sono stati best written, intendo proprio i classici, da Calvino a Manzoni, mica caccole.

E a proposito fino a ieri, pensavo che in assoluto il maggior successo editoriale  fosse quello che vendono davvero dappertutto, dagli Autogrill alle cartolerie, dai supermercati alle librerie, quello insomma che trovi in tutti i paesi.

Quel libro che si trova in tutti i formati.
Quello davvero economico.
Quello che nemmeno ha bisogno di una vera traduzione.
E no, non  stiam parlando della Bibbia.


Poi ho scoperto che in realtà sono block-notes, e non si tratta del libro  "Tutto quello che gli uomini sanno delle donne".

Però tutto quel bianco e quel vuoto ci stava bene, con quel titolo lì..


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