venerdì 17 agosto 2012

Parenti suoi, non miei

Andiamo al mare, domani.
Devo ancora fare le valigie.
Pulire casa.
E forse qualcosa d'altro, che però mi sfugge, al  momento.
Mal che vada, so dove rifornirmi di generi di prima necessità, dal momento che andremo in vacanza nella stessa casa dell'anno scorso e di quello prima, prima e prima.

Viva l'avventura.


Approfittiamo senza ritegno di un appartamento di Sua zia, che ci concede la casa una decina di giorni all'anno, ricordandoci i restanti trecentocinquantacinque della sua generosità.



Ho conosciuto la signora lo stesso giorno che ho incontrato Lui.
Nel cui salotto troneggiava un quadro enorme, con una scimmia in evidente stato confusionale e qualche fiore stilizzato.
(Ti prego ti prego ti prego ti prego non chiedermi niente)
"Ti piace?"
(Porc...)
"E' originale."
"L'ha regalato mia zia, l'ha preso in uno dei suoi viaggi in Asia. E' una porta."

"Una...?"
"Una porta. L'è piaciuta, l'ha presa, e se l'è spedita."

Io immagino, rientrare a casa e trovare un buco al posto della Dierre, senza sapere il perchè.

Oggi siamo andati a salutare la signora e mi sono seduta fuori, in giardino, ad aspettare su una panca mai vista prima, e appena è scesa è impallidita vedendo che  avevo posato le mie - non proprio tascabili - natiche su un pezzo di colonna romana.
Non voglio sapere come se l'è procurato.

Quando inizio a lamentarmi dei miei parenti, mi basta pensare ai Suoi, e mi consolo.



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